Camera FV-5 


Introduzione
Camera FV-5 è stata concepita per i fotografi esperti; tutti coloro che, anche sullo smartphone, vorrebbero ritrovare quei molteplici controlli manuali - tempo di apertura, velocità della pellicola, bilanciamento dei bianchi, regolazione dell’esposizione - di cui dispongono sulla loro Reflex. Per chi sa che cosa fare, “manuale” restituisce (quasi) sempre risultati migliori di “automatico”.
Dati tecnici
Camera FV-5 è un’app fotocamera alternativa per dispositivi basati su sistema operativo Android, dalla versione 2.2 in poi, creata dallo sviluppatore indipendente spagnolo Flavio González Vázquez. È disponibile su Google Play in versione gratuita, con qualche limitazione funzionale, e Pro, al prezzo di 2.99 Euro. Le dimensioni dell’app sono piuttosto compatte: circa 3.3 MB, una volta effettuati installazione e primo avvio. La localizzazione in Italiano è di buona qualità, completa e fluente in ogni parte.
Grafica e interfaccia
Avete mai guardato nel mirino / display di una reflex? Allora sapete cosa aspettarvi da Camera FV-5: un sacco di informazioni in sovrimpressione, per la maggior parte simboli, sigle e numeri dal significato fondamentalmente oscuro. Quest’app non è Instagram; è pensata per un pubblico specifico, appassionato ed esigente. “Lasciate ogni speranza, o voi che... non siete impallinati con la fotografia”? Forse un po’ drastico, ma senza dubbio rende l’idea.
Funzioni
L’obiettivo di Camera FV-5 è di portare su smartphone il massimo numero possibile di funzioni appannaggio delle reflex / mirrorless, insomma delle fotocamere “serie”. Naturalmente, il sensore del telefono quello è e quello rimane ma, grazie a un maggior numero di controlli e regolazioni manuali, è teoricamente possibile scattare foto di qualità superiore.
Per imparare a usare come si deve questa app, la priorità numero uno è capire bene il significato di tutti i comandi e di tutte le scritte presenti sullo schermo. Il tutorial iniziale ci aiuta molto, e vi consigliamo di non saltarlo; anche il manuale online ufficiale, scritto dallo sviluppatore stesso, è un buon punto di partenza. Entrambi gli aiuti, però, hanno qualche lato negativo da considerare: il primo è per forza di cose troppo stringato, troppo sintetico per fornire un aiuto esauriente; il secondo è solo in Inglese, perciò inevitabilmente farcito di termini tecnici difficili da capire.
Per imparare a usare come si deve questa app, la priorità numero uno è capire bene il significato di tutti i comandi e di tutte le scritte presenti sullo schermo. Il tutorial iniziale ci aiuta molto, e vi consigliamo di non saltarlo; anche il manuale online ufficiale, scritto dallo sviluppatore stesso, è un buon punto di partenza. Entrambi gli aiuti, però, hanno qualche lato negativo da considerare: il primo è per forza di cose troppo stringato, troppo sintetico per fornire un aiuto esauriente; il secondo è solo in Inglese, perciò inevitabilmente farcito di termini tecnici difficili da capire.
Nella parte superiore dello schermo sono racchiuse tutte le informazioni e i parametri della foto. Nei due screenshot di seguito, abbiamo evidenziato tutti i dati con colori diversi, per una lettura più confortevole. Il primo dato a sinistra, sottolineato in giallo, è il rapporto focale dell’obiettivo; naturalmente, in dispositivi compatti come i cellulari non è variabile, ma ci viene riproposto come riferimento. Di seguito, in verde, abbiamo il tempo di esposizione, in frazioni di secondo, poi in blu la sensibilità del sensore (ISO). Il numero tra le parentesi, evidenziato in rosa, è una stima di quante foto possono ancora essere caricate sulla memoria interna o sull’archivio USB del dispositivo, mentre in numero dopo il + indica quante foto rimangono ancora da processare (tra lo scatto e il salvataggio, in sostanza). Ancora più a destra, in azzurro, il livello di carica della batteria. I cinque indicatori riquadrati in arancione non compaiono sempre, e indicano la presenza di una particolare funzione. Il primo in alto si riferisce alla modalità raffica, di seguito, il fix GPS per il geotagging; gli ultimi tre, infine, segnalano rispettivamente il blocco di autofocus, auto-esposizione e auto-bilanciamento dei bianchi.
In basso, invece, abbiamo le principali regolazioni per l’immagine. Partendo da sinistra, troviamo prima AWB, che serve a bilanciare i bianchi, in modo tale da compensare fonti di luce con diverse temperature di colore. Abbiamo un totale di quattro preset, più la funzione “intelligente” che cerca di trovare in autonomia il valore ottimale. Di seguito abbiamo le regolazioni per la messa a fuoco; anche qui abbiamo alcuni preset (macro, volti, orizzonte), e la funzione automatica; si può anche usare un sistema “ibrido”, in cui saremo noi stessi a suggerire all’autofocus, toccando sull’immagine, quale area vogliamo a fuoco.
Il terzo tasto è dedicato all’esposimetro. Possiamo specificare quale area dell’inquadratura usare per misurare l’illuminazione - tutta quanta, area centrale, o centro preciso. È utile specialmente in caso di presenza di luci non uniformi, come lampadine o anche finestre dalle dimensioni ridotte, rispetto all’area inquadrata. Per esempio, nelle tre immagini di seguito abbiamo inquadrato più o meno la stessa area, usando l’esposimetro a centro preciso. Guardate come cambia l’illuminazione di muri e oggetti vari, semplicemente ruotando di pochi gradi il device.
Proseguendo, troviamo la gestione della velocità del sensore, misurata in ISO, e lo strumento di compensazione manuale dell’esposizione. Quest’ultimo è disponibile anche nell’interfaccia principale, senza necessariamente dover aprire il relativo menu, ma è decisamente più comodo premere i due pulsanti + e - che spostare con precisione la stanghetta rossa fino all’esposizione desiderata.
Sul lato sinistro della schermata principale, infine, troviamo altri cinque pulsanti: in alto le impostazioni, di cui ci occuperemo tra poco; subito sotto, il menu per regolare il tempo di esposizione / apertura dell’otturatore. La P, predefinita, significa che viene gestito in automatico; scegliendo la S, viene aperto il secondo livello del menu, da cui possiamo scegliere tra diversi preset (c’è anche la possibilità di impostare un tempo di esposizione a piacere).
Il terzo pulsante, chiamato semplicemente Menu, racchiude quattro modalità di scatto differenti. Con BRK possiamo scattare automaticamente la stessa foto usando parametri di esposizione diversa (in gergo, bracketing dell’esposizione). In alto specifichiamo quante foto dobbiamo scattare, in basso l’ammontare dell’intervallo di esposizione. Il bracketing è fondamentale per poi comporre fotografie ad alto range dinamico, ovvero HDR.
Di seguito troviamo l’intervallometro, ovvero una funzione che permette di scattare un certo numero di foto (specificabile dall’utente) a intervalli regolari di tempo; perfetto, per creare collage time-lapse. Subito dopo, l’immancabile timer per l’autoscatto; ci saremmo aspettati più opzioni a riguardo, invece possiamo solo scegliere tra tre timer predefiniti (2, 5 e 10 secondi). L’ultimo pulsante, infine, attiva la modalità raffica: basterà premere e tenere premuto il pulsante di scatto, sulla destra, per continuare a scattare foto a intervalli estremamente ravvicinati - quanto ravvicinati, dipende dall’hardware del nostro dispositivo; comunque, in genere si parla di almeno 10-20 al secondo.
Il penultimo tasto è dedicato alla regolazione del flash. Abbiamo un totale di cinque modalità. Automatico, disattivato, sempre acceso non necessitano di grandi spiegazioni; SL è la modalità Slow Sync, tecnica avanzata per fotografare ritratti di qualità anche in ambienti notturni, usando in contemporanea il flash e un’apertura dell’otturatore lunga (è consigliabile poggiare il device su un treppiede o una base stabile); C, infine, mantiene il flash perennemente acceso, anche solo durante la fase di inquadratura - un po’ come una torcia, se vogliamo.
L’ultima icona in fondo, infine, richiama semplicemente la galleria di sistema (o qualsiasi altra che noi usiamo come predefinita) per vedere gli ultimi scatti salvati.
L’ultima icona in fondo, infine, richiama semplicemente la galleria di sistema (o qualsiasi altra che noi usiamo come predefinita) per vedere gli ultimi scatti salvati.
Premium: prezzi e vantaggi
La versione Pro di Camera FV-5 è praticamente una scelta obbligata per chiunque si trovi bene con l’app e decida di usarla in pianta stabile. Il problema è che la versione gratuita dell’app salva immagini con una risoluzione massima molto piccola, 640x480 pixel (VGA). In totale corrisponde a 0.3 MP. Con 2.99€, verranno sbloccate tutte le risoluzioni che supporta il vostro device.
Opzioni e personalizzazione
Il menu delle preferenze di Camera FV-5 è molto completo, e ben organizzato in tre differenti sezioni. Il vero problema è che non è possibile visualizzarlo in portrait, costringendoci a scrollare molto in landscape. Una vera noia, tutto sommato facile da risolvere; speriamo venga presa in considerazione dallo sviluppatore quanto prima.
In ogni caso, dicevamo, tre sezioni. La prima è quella generale: possiamo regolare parametri come il suono dello scatto, l’antibanding, l’uso dei tasti volumi per scattare foto o zoomare, e alcuni fix per qualche incompatibilità con le funzioni più avanzate.
In ogni caso, dicevamo, tre sezioni. La prima è quella generale: possiamo regolare parametri come il suono dello scatto, l’antibanding, l’uso dei tasti volumi per scattare foto o zoomare, e alcuni fix per qualche incompatibilità con le funzioni più avanzate.
La seconda sezione si occupa della codifica delle foto. Possiamo scegliere tra i formati JPEG (con selezione di livello di compressione) e PNG, la posizione di salvataggio predefinita, e perfino il prefisso con cui nominare tutte le foto. Poi ci sono correzione della rotazione, inclusione di metadati, e livelli predefiniti di saturazione / contrasto e nitidezza.
La terza sezione serve a regolare tutte le sovrimpressioni, gli aiuti alla composizione e le analisi dell’inquadratura. Non solo il mirino, ma anche una serie molto completa di griglie di composizione, e persino diversi tipi di istogramma che ci mostrano, in tempo reale, i livelli di colore dei vari canali.
Prestazioni e stabilità
Le correzioni software che Camera FV-5 apporta alle fotografie non sono semplici filtri colorati: sono frutto di calcoli in tempo reale piuttosto complessi, che lavorano in tandem con molti componenti del nostro dispositivo - processore, RAM, ma anche la fotocamera stessa. Abbiamo letto molte recensioni negative su Google Play, che lamentavano dell’inefficacia di alcune funzioni su alcuni dispositivi - la scelta di differenti ISO che produceva immagini perfettamente identiche, regolazioni di sovraesposizione inerti, e così via. Come spiega lo sviluppatore stesso, non è un problema dell’app: semplicemente, alcuni sensori non sono in grado di supportare determinate funzionalità avanzate. È per questo che esiste la versione di prova: per controllare cosa può e cosa non può fare Camera FV-5 sul nostro device. La nostra opinione, però, è che lo sviluppatore dovrebbe evidenziare maggiormente questa caratteristica dell’app, non solo con un generico “ehi, forse sul tuo telefono l’app funziona a solo metà” nella descrizione su Google Play, ma implementando filtri e controlli che, in base ad ogni sensore, disattivino le funzioni non supportate. Il lavoro, ce ne rendiamo conto, è titanico, ma aiuterebbe ad alzare la media di valutazioni.
Anche perché, una volta presa coscienza dei limiti strutturali del sensore, si riesce a sfruttare l’app a dovere, e a produrre delle foto di buona qualità. Non è necessariamente una questione di “migliore” dell’app stock; più che altro, è la consapevolezza di poter fare molto di più, di avere a disposizione una versatilità che prima semplicemente non c’era. E che, per qualcuno, mancava.
Anche perché, una volta presa coscienza dei limiti strutturali del sensore, si riesce a sfruttare l’app a dovere, e a produrre delle foto di buona qualità. Non è necessariamente una questione di “migliore” dell’app stock; più che altro, è la consapevolezza di poter fare molto di più, di avere a disposizione una versatilità che prima semplicemente non c’era. E che, per qualcuno, mancava.
Conclusioni
Difficilmente un’app del genere diventerà la nuova Instagram: non è pensata per il grande pubblico. Come per tutte le cose, raramente i grandi risultati si ottengono con facilità. Con Camera FV-5, bisogna sapere bene cosa si sta facendo, imparare l’applicazione. Secondo noi farà la gioia degli appassionati di fotografia, dei power users che conoscono la materia a livello avanzato, e vogliono poter applicare le tecniche che conoscono anche con una fotocamera “scarsa” come quella degli smartphone. Le funzioni ci sono, l’interfaccia è ben disegnata e le performance sono solide. Ci piacerebbe solo un po’ più di chiarezza; vorremmo poter capire subito, senza dover provare a caso, quali sono le funzioni supportate dallo specifico device in nostro possesso.
Pro e Contro







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