Introduzione
8tracks è un servizio di streaming musicale decisamente atipico, ma stuzzicante. Parte webradio, parte Spotify, riprende un concetto che tutti gli appassionati di musica dei tempi "analogici" hanno molto a cuore: la compilation. Si può dire molto di sé stessi con la musica, anche senza crearla in prima persona. Scegliere una manciata di canzoni e proporle in un certo ordine è lo strumento più potente che hanno i comuni ascoltatori. Ma non è facile: ci vuole ritmo, ci vuole stile, ci vuole gusto. Grazie a 8tracks possiamo metterci tutti alla prova, scatenare il DJ che c'è in noi.
Dati tecnici
8tracks è un servizio / app per ascoltare la musica in streaming. È disponibile per il download gratuito su Google Play e Amazon App-Shop, ed è compatibile con tutti i dispositivi basati su Android, dalla versione 2.2 (Froyo) in poi. Le dimensioni sono nella media, intorno ai 6.5 MB. La localizzazione in Italiano è del tutto inesistente: è tutto solo in Inglese.
Grafica e interfaccia
L’interfaccia dell’app è molto ben realizzata, moderna e attuale. Non c’è molto della grafica standard di Android, Holo: i colori sono differenti, con un highlight blu scuro che riprende il logo / icona del servizio e una generale minor tendenza al minimalismo, alla separazione netta e precisa dei colori senza sfumature. Come concetto, però, le analogie sono molte, a partire dal sempre più popolare menu laterale di navigazione (“Nav Drawer”).
Il servizio: panoramica
Come abbiamo detto, 8tracks ha molti punti in comune con le webradio, più che con i servizi di streaming “classici” tipo Spotify o Deezer. Per cominciare, non si può decidere di ascoltare una canzone specifica: solo delle playlist, delle compilation (o mix, per usare il termine in voga su 8tracks) create da altri utenti. Un po’ come delle stazioni radio, insomma, con la differenza che partono quando vogliamo, e possiamo saltare una canzone che non ci piace, in misura limitata a due o tre all’ora (caratteristica che gli utenti di Pandora conosceranno molto bene).
Il servizio è disponibile su svariate piattaforme: abbiamo un sito Web molto completo e avanzato per tutti i sistemi operativi desktop (Windows, Linux, Mac OS X), un’app nativa per iOS e, naturalmente, una per Android. L'ultima arrivata della famiglia è dedicata ai sistemi Windows 8 (attenzione: non Windows Phone)
Uno degli aspetti più difficili da valutare è quello della libreria. Le canzoni inserite nei mix non vengono scelte da un archivio digitale unico, ma da diverse sorgenti: un archivio di canzoni gratuite (principalmente carico di artisti emergenti / indipendenti), una libreria pubblica che non sappiamo esattamente cosa comprenda, oppure tracce che uploadiamo noi stessi al sito, sia dall’hard disk locale del PC oppure connettendo il nostro account SoundCloud, l’hard disk online / cloud drive dedicato alla musica. Non andremo ad analizzare nel dettaglio i meccanismi che permettono a 8tracks di rimanere perfettamente legale pur permettendo la riproduzione di tracce protette da copyright caricate da altri utenti, ma chi volesse approfondire l’argomento la pagina Wikipedia (in Inglese) del servizio è un ottimo punto di partenza.
Per quanto riguarda la quantità di mix / playlist caricati, il contatore della sezione Explore è a circa 850.000+ elementi, e cresce al ritmo di circa 10.000 alla settimana. Si tratta di una gran mole di materiale: anche cercando in sottogeneri non esattamente mainstream, abbiamo sempre trovato qualcosa di interessante da ascoltare.
Il servizio è disponibile su svariate piattaforme: abbiamo un sito Web molto completo e avanzato per tutti i sistemi operativi desktop (Windows, Linux, Mac OS X), un’app nativa per iOS e, naturalmente, una per Android. L'ultima arrivata della famiglia è dedicata ai sistemi Windows 8 (attenzione: non Windows Phone)
Uno degli aspetti più difficili da valutare è quello della libreria. Le canzoni inserite nei mix non vengono scelte da un archivio digitale unico, ma da diverse sorgenti: un archivio di canzoni gratuite (principalmente carico di artisti emergenti / indipendenti), una libreria pubblica che non sappiamo esattamente cosa comprenda, oppure tracce che uploadiamo noi stessi al sito, sia dall’hard disk locale del PC oppure connettendo il nostro account SoundCloud, l’hard disk online / cloud drive dedicato alla musica. Non andremo ad analizzare nel dettaglio i meccanismi che permettono a 8tracks di rimanere perfettamente legale pur permettendo la riproduzione di tracce protette da copyright caricate da altri utenti, ma chi volesse approfondire l’argomento la pagina Wikipedia (in Inglese) del servizio è un ottimo punto di partenza.
Per quanto riguarda la quantità di mix / playlist caricati, il contatore della sezione Explore è a circa 850.000+ elementi, e cresce al ritmo di circa 10.000 alla settimana. Si tratta di una gran mole di materiale: anche cercando in sottogeneri non esattamente mainstream, abbiamo sempre trovato qualcosa di interessante da ascoltare.
Sono due le attività principali che si possono svolgere in 8tracks: ascoltare i mix degli altri, o crearne di nuovi in prima persona. Gli strumenti di ricerca e discovery sono decisamente completi: possiamo cercare usando diversi parametri - genere, artisti, nomi dei mix, nomi di utenti eccetera - tutto usando la stessa casella in alto a destra, che restituirà i risultati ben organizzati per tipologia (anche se con qualche piccolo problema di grafica, come potete vedere nell’immagine qui di seguito). Inoltre, il sistema sfrutta moltissimi sistemi di catalogazione in contemporanea per facilitarci l’esplorazione: dai tag inseriti direttamente dai “DJ”, ai generi delle tracce in riproduzione, recuperati direttamente da Last.FM, ai nomi utente, tutto può essere cliccato. È anche presente un sistema di raccomandazione personalizzata dei mix migliori, partendo da un artista che ci piace.
La creazione di mix è molto semplice: basta scegliere un minimo di 8 canzoni (per l’appunto 8 tracks, in inglese), caricare un’immagine di copertina, almeno tre tag e una breve descrizione. Non c’è un vero limite di lunghezza dei mix, ma è usanza comune mantenere il numero di tracce basso, tra la mezzora e l’ora di musica. Le playlist possono essere pubbliche o private - nel senso che possono essere ascoltate solo da chi è in possesso del relativo URL.
Naturalmente il tutto è farcito con una vasta dose di funzionalità social. L’integrazione con i princiali social network è pressoché totale: Facebook, Twitter, Google+, Pinterest, sono tutti della partita. Possiamo condividere mix, like delle canzoni, cercare amici e contatti tramite i nostri account, e via dicendo. Anche il network “interno” è molto avanzato: è presente il sistema di “follow” degli altri utenti tipico di Instagram e Twitter, ci sono i cuoricini per aggiungere le canzoni ai preferiti, e le stelline per esprimere apprezzamento ai mix. Non solo social networking: 8tracks ci piace perché include e integra moltissimi altri servizi Internet per renderci comode le operazioni. Le immagini di copertina dei mix, ad esempio, possono essere caricate da Instagram; informazioni e metadati su artisti e canzoni vengono da Last.FM; ci sono i link per acquistare le canzoni su iTunes; e così via.
Il business model di 8tracks è molto frammentato. Oltre ai già citati link per l’acquisto su iTunes, il sito guadagna inserendo pubblicità (anche in popup) nel sito. Non ci sono mai interruzioni durante l’ascolto, come avviene in Spotify. È anche disponibile un account premium, definito 8tracks Plus. La principale caratteristica è la rimozione della pubblicità in tutto il sito; in futuro, inoltre, arriveranno funzionalità avanzate per i DJ professionali. Al momento, l’unica disponibile è la possibilità di arrangiare i propri mix in modo tale da riprodurli a catena - una “playlist di playlist”, se vogliamo.
Attualmente l’account costa 25$ al semestre, circa 20€.
Attualmente l’account costa 25$ al semestre, circa 20€.
L'app: funzioni
Sfortunatamente, l’app Android è dedicata al solo ascolto. Per creare mix, dobbiamo affidarci all’interfaccia Web, ottima su un PC ma decisamente frustrante su tablet e smartphone touch-screen. Tramite il menu laterale possiamo esplorare le varie pagine, raggruppate in due grandi sezioni. La prima, in alto, consiste di sei pagine relative a noi nello specifico: il sommario del nostro profilo, con mix creati, following e follower, e un basilare editor di informazioni personali; la cronologia, che comprende tutti mix e le tracce ascoltate su qualsiasi nostro dispositivo; tutti i mix a cui abbiamo messo mi piace; i mix raccomandati, in base alla nostra cronologia, ai like e alle tracce preferite; il feed con gli aggiornamenti di tutti gli utenti che stiamo seguendo; e infine le canzoni preferite, ovvero quelle contrassegnate con una stellina. Notate che il pulsante Play, a sinistra del titolo, vi rimanda a YouTube; come abbiamo già detto, non è possibile riprodurre una traccia specifica all’interno di 8tracks (la motivazione è legata a faccende di copyright, leggi e cavilli).
Di seguito, invece, abbiamo gli strumenti per esplorare l’intero network: ricerca per tag, esplorazione dei mix sponsorizzati, più recenti, più apprezzati e di tendenza. In ogni pagina è disponibile un menu drop-down dall’alto, che permette di filtrare qualsiasi insieme di mix in base ai tag in essi contenuti. È uno strumento molto comodo, che si affianca molto bene alla casella di ricerca; anzi, è forse ancora meglio, perché per cercare dobbiamo sempre aprire il menu principale. Avremmo preferito il pulsante in alto a destra, vicino a quello per aggiornare.
Non è tutto qui: come per l’interfaccia Web, tutto è sempre cliccabile, per favorire ulteriormente l’esplorazione “ragionata”. Nomi utenti, generi, artisti, tag...
Non è tutto qui: come per l’interfaccia Web, tutto è sempre cliccabile, per favorire ulteriormente l’esplorazione “ragionata”. Nomi utenti, generi, artisti, tag...
La schermata di riproduzione mostra un rapido riepilogo del mix, i pulsanti per pausare e passare alla prossima canzone, e le solite varie funzioni secondarie per condividere, apprezzare e esplorare altri mix simili. Purtroppo manca ogni tipo di opzione audio avanzata: DSP, equalizzatori eccetera. Data l’integrazione con Last.FM, sarebbe stato carino poter disporre delle lyrics, e magari di qualche collegamento in più per acquistare le tracce. Un’altra mancanza piuttosto fastidiosa è che non possiamo sapere in anteprima il contenuto del mix: premendo il pulsante in alto a destra, arriviamo sì all’elenco di riproduzione, ma solo delle tracce già ascoltate. Supponiamo che anche questo abbia a che fare con limitazioni legali di qualche tipo, anche se non ne abbiamo la certezza assoluta.
L’integrazione con il sistema operativo è completa, ma niente di eccezionale. Abbiamo la notifica persistente durante l’ascolto, arricchita dei pulsanti per interrompere la riproduzione e saltare la traccia attuale, e un widget 4x1 dal look neutro e ben integrabile con qualsiasi homescreen, che svolge le medesime funzioni.
Opzioni e personalizzazione
Il menu delle preferenze di 8tracks è praticamente inesistente. Possiamo richiamare la pagina di modifica del nostro profilo, impostare il timer di spegnimento automatico, attivare o disattivare la navigazione sicura, regolare le impostazioni di condivisione predefinita su Facebook e cancellare la cronologia di ricerca. Notiamo soprattutto l’impossibilità di scegliere la qualità dell’audio riprodotto.
Prestazioni e stabilità
E già che si parla di qualità dell’audio: com’è la musica ascoltata attraverso 8tracks? Purtroppo non abbiamo informazioni ufficiali a riguardo. Naturalmente è in formato compresso, di bassa qualità per favorire le dimensioni; ipotizzando, MP3 a 64 kbps, o equivalente. Anche ascoltando con dei buoni auricolari, non siamo stati in grado di determinare differenze rilevanti tra la versione Web e la versione Android, né tra il collegamento Wi-Fi e quello 3G. Inutile evidenziarlo, la qualità CD è un’altra cosa. Ma 8tracks non è pensata per l’ascolto ad alta fedeltà, dopotutto.
La bassa qualità audio, in ogni caso, porta un grosso vantaggio: una stabilità del servizio ottima, con tempi di caricamento e buffering molto bassi, lag e skip pressoché inesistenti e reattività elevata durante l’esplorazione. In generale, l’esperienza d’uso è molto migliore di Spotify, sia in versione Web che con l’app Android. Abbiamo tuttavia riscontrato qualche problema durante la creazione di mix: dati non caricati, difficoltà a modificare i tag e la copertina, qualche errore di upload delle canzoni.
Parlando della specifica applicazione Android, invece, non abbiamo di che lamentarci. Su entrambi i nostri Nexus, che possiamo più o meno considerare come la fascia alta (Nexus 4) e entry-leven (Nexus S) del mercato, siamo stati in grado di usare l’app senza particolari patemi - naturalmente, tenendo conto delle rispettive caratteristiche e limitazioni hardware.
La bassa qualità audio, in ogni caso, porta un grosso vantaggio: una stabilità del servizio ottima, con tempi di caricamento e buffering molto bassi, lag e skip pressoché inesistenti e reattività elevata durante l’esplorazione. In generale, l’esperienza d’uso è molto migliore di Spotify, sia in versione Web che con l’app Android. Abbiamo tuttavia riscontrato qualche problema durante la creazione di mix: dati non caricati, difficoltà a modificare i tag e la copertina, qualche errore di upload delle canzoni.
Parlando della specifica applicazione Android, invece, non abbiamo di che lamentarci. Su entrambi i nostri Nexus, che possiamo più o meno considerare come la fascia alta (Nexus 4) e entry-leven (Nexus S) del mercato, siamo stati in grado di usare l’app senza particolari patemi - naturalmente, tenendo conto delle rispettive caratteristiche e limitazioni hardware.
Conclusioni
Uno degli aspetti più divertenti, interessanti e stimolanti dei tempi della musica analogica era crearsi le proprie compliation. Chiunque abbia mai provato sa di cosa parliamo: la scelta meticolosa delle tracce, la registrazione, la copertina da disegnare. Nell’era digitale, era una cosa che mancava. Certo, chiunque può crearsi delle playlist in qualsiasi momento e in qualsiasi servizio, da iTunes a Spotify, ma non hanno un ruolo centrale come avviene in 8tracks. L’unica possibilità che abbiamo, qui, è di ascoltare musica accuratamente scelta da qualcun altro, con buona pace degli algoritmi, del music genome project e dell’automazione. Da provare.
Pro e Contro









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